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Quantin ’19 – Uno spettacolo

Il lavatoio di Quantin si fa luogo di memoria attraverso il teatro

a cura di Gianluca De Col

La Latteria Filodrammatica di Quantin

Primo settembre 2019, in occasione del centenario della costruzione del lavatoio del paese, la Latteria Filodrammatica di Quantin mette in scena “Quantin ’19 – storie di lavandaie e reduci di guerra”. La Latteria Filodrammatica di Quantin non è solo una formazione teatrale ma è – soprattutto –  un laboratorio permanente di studio del Teatro e della Cultura Popolare. A partire da testimonianze storiche di attività teatrali nel paese negli anni ʽ20-ʽ30, la Latteria Filodrammatica ne rielabora lo spirito ed i contenuti creando drammaturgie originali in forma di canovaccio. Dal 2018 la Filodrammatica presenta al paese spettacoli che prendono spunto da episodi realmente accaduti, elaborandoli e sviluppandoli in forma di drammaturgie teatrali.

Il gruppo è formato quasi esclusivamente da abitanti di Quantin e recita in dialetto bellunese, anzi, più precisamente recita nel dialetto di Quantin. I partecipanti hanno un’età che va dai venti agli ottant’anni, ma molti spettacoli hanno visto la straordinaria partecipazione dei bambini del paese. Il nucleo della Latteria Filodrammatica è formato da circa dieci persone, al quale si aggiungono – a seconda degli spettacoli – altre figure.

Sempre, in tutti i lavori, sono presenti canzoni della tradizione popolare cantati dalle donne di Quantin, fra cui spiccano Le Cocorite: due partecipanti che nel corso del tempo sono diventate una vera e propria coppia comica, oltre al ruolo prettamente teatrale hanno il prezioso compito di rivitalizzare e tramettere il repertorio canoro tradizionale: sono custodi di un patrimonio che cerchiamo di preservare.

I lavori della Filodrammatica partono sempre da una fase laboratoriale condotta da Gianluca De Col, che ne cura anche la regia e la drammaturgia: il laboratorio è luogo di incontro, di scambio e soprattutto spazio creativo in cui produrre i canovacci, costruiti attingendo ai contributi di tutti i partecipanti. A tutti gli effetti i lavori della Latteria Filodrammatica sono lavori di gruppo con esiti corali.

Gli spettacoli della Latteria Filodrammatica

  • 2023 “Bagno Maria”, un delitto scuote un gruppo di signore durante una gita estiva al “Bagno Maria”.
  • 2022   “Filò – Vecie, strache e scojonade”, il tradizionale Filò rivisto in chiave contemporanea.
  • 2021   “Miss Quantin ʽ53”, nel 1953 Quantin elegge la sua Miss.
  • 2020   “Quantin 1920, le rivada la Spagnola, olé!”, storie del paese all’epoca dell’epidemia dell’influenza spagnola.
  • 2020   “Nona Femia Cabaret”, cabaret in dialetto bellunese con canzoni tradizionali e moderne.
  • 2019   La Rinomata Casa delle Sorelle Fraschini”, le vicende di un bordello di provincia in decadenza.
  • 2019   “Quantin ‘19”, celebra i 100 anni del lavatoio del paese con una storia di lavandaie e reduci di guerra.
  • 2018   “Quantin ‘56”, nel 1956 al civico n° 56, vivono – in 4 stanze – più di 20 persone di diverse generazioni.

“Quantin ʽ19”: un racconto del dopoguerra

Quantin ʽ19: Storia di lavandaie e reduci di guerra. Le storie dei paesani restituiscono frammenti di Storia attraverso il loro vissuto: un uomo è tornato dalla guerra mutilato di un braccio, un ragazzo è tornato e al fronte ci ha lasciato la ragione, più di una donna è rimasta vedova. Schegge della Grande Guerra s’insinuano nel quotidiano, un quotidiano che riprende i suoi ritmi portandosi addosso le tracce di quel che è stato. La vita riprende, le comari litigano per chi deve lavare i panni per prima o cercano di combinare un matrimonio fra una giovane e bella ragazza con il mutilato, che è vero, gli manca un braccio, ma ha una vacca nella stalla ed è un buon partito. E nel rito del lavare i panni al lavatoio emergono litigi fra vicine di casa, lamentele per il marito sempre ubriaco, invidie e gelosie e canti popolari a ritmare il lavoro o ingentilire le pause.

In scena più di quaranta persone: il gruppo delle donne di Quantin che danno voce al repertorio tradizionale, i bambini del paese che corrono e giocano e vengono malamente allontanati dalle donne, quindici attori e attrici che danno corpo a personaggi antichi ma pieni di contemporaneità che si confrontano con un tempo che porta i segni della grande tragedia della guerra, un paese che riprende a vivere, dove il quotidiano della fatica della vita di montagna e l’extra quotidiano della guerra sfumano l’uno nell’altro, dove il comico s’intesse al drammatico e a tratti al tragico.

Una vita di paese che riprende, inglobando le ferite della guerra come certi alberi fanno con un corpo estraneo. E lì, ai bordi della val Granda, a testimoniare che la vita va avanti, tenacemente, proprio nel 1919 gli abitanti di Quantin costruiscono il lavatoio, con la pietra di Cornolade, a sancire la ripresa, a sigillare quel segreto antico che si trasmette nel tempo: “bisogna sempre andar avanti, laorar, laorar, andar avanti, anca bere ogni tant, o bestemar, ma andar avanti”.