Gianluca De Col Scrittura | Teatro | Formazione

En travesti n. 5 I ruoli femminili nel teatro Kabuki

L’Onnagata del teatro Kabuki

Attore Kabuki nel ruolo Onnagata

In molte tradizioni teatrali sia orientali che occidentali i ruoli femminili sono interpretati da uomini. La locuzione “en travesti” indica la parte teatrale maschile o femminile sostenuta da un attore del sesso opposto.

Il termine “travesti” entra nel gergo teatrale nei primi decenni del ‘900. In generale, nelle tradizioni teatrali si parla di “ruoli femminili”. Anche nel teatro kabuki tradizionalmente i ruoli femminili sono riservati agli uomini.

Kabuki

“E’ difficile far capire cos’è il Kabuki, prima di tutto perché il teatro orientale non rappresenta la realtà, ma ne inventa una puramente estetica. Questa forma di teatro giapponese, nata nel 1600, potrebbe essere avvicinata alla nostra opera, togliendone le romanze a favore di un canto recitato con l’ aggiunta di una mimica vicina alla danza; e con la lirica ha in comune i contenuti melodrammatici e un’ equivalente codificazione delle tradizioni espressive. Nel loro paese i grandi di questo ‘ genere’, come Nakamura Tomijuro V, 66 anni, […] sono delle star assolute e tiranniche, discendenti da dinastie e votate a quest’arte esclusiva, che viene praticata solo dagli uomini, ma vanta specialisti seducenti e raffinati nelle parti femminili, gli “onnagata”. (Franco Quadri, “Kabuki, l’irresistibile finzione”, La Repubblica, 9 febbraio 1996.)

Il kabuki è una delle principali forme drammatiche giapponesi. Si sviluppa all’inizio del 17° secolo ed è erede di molti generi di spettacoli popolari basati su danza, recitazione e canto. Secondo la tradizione la sua origine si deve alla danzatrice Okuni.

Questa forma di rappresentazione ottiene immediato successo, ma ben presto il governo proibisce alle donne di prendere parte allo spettacolo e, a partire dal 1652, tutti i ruoli del kabuki sono interpretati da soli attori maschi, convenzione mantenuta tuttora.

Il kabuki accoglie elementi del teatro nō e porta in scena drammi che spaziano dal leggendario al soprannaturale, da avvenimenti storici a episodi di vita contemporanea. Nel kabuki è condizione essenziale ed imprescindibile l’abilità dell’attore, che impone a tutto il dramma il peso del proprio stile e della propria personalità.

Ritratto di attore Kabuki nel ruolo di Onnagata. Autore: Konishi Hirosada, 1849

Onnagata

Nel kabuki i ruoli femminili sono recitati da uomini, gli “onnagata” sono sottoposti ad un allenamento estremamente rigido, per apprendere a muoversi e ballare come le donne. Spesso per simulare una corporatura esile, gli attori utilizzano stretti bendaggi per assottigliare le diverse parti del corpo.

Il trucco

“Il volto teatrale non è dipinto: è scritto.”

Roland Barthes

[Nel kabuki] “Al contrario del teatro nō, non vengono utilizzate maschere, ma gli attori utilizzano un trucco molto pesante. Il keshō. il trucco dell’attore nel kabuki, prevede che i volti di onnagata coperti solo di bianco, il colore per eccellenza della bellezza femminile e della delicatezza.

Gli onnagata hanno volto bianco, mani e braccia imbiancate, le labbra rosse, una pennellata di rosso agli angoli degli occhi e le sopracciglia disegnate più in alto del naturale. Si tratta del trucco usato anche dalle geishe.

Scrive Roland Barthes: “Questo volto teatrale è composto di due sostanze: il bianco della pagina e il nero dell’iscrizione (riservato agli occhi). Il bianco del viso sembra avere la funzione, non tanto di snaturare la carnagione, o di farne una caricatura (com’è il caso dei nostri clown), ma soltanto quella di cancellare la traccia anteriore dei lineamenti. […] L’attore, col suo viso, non recita la donna, né la imita, ma soltanto la significa.” (Roland Barthes, “L’impero dei segni”, Ed. Einaudi, Torino, 1984 pp. 105-108)

Lindsay Kemp

Lindsay Kemp, mimo, ballerino, coreografo, attore e regista, sfugge ad una precisa collocazione. Nella sua ricerca danza e teatro si fondono. Crea spettacoli di “danza onirica” ricca di suggestioni e di effetti spettacolari ottenuti attraverso l’uso sapiente di luci e musica. Collabora con David Bowie e Kate Bush. “Onnagata” è il titolo di un suo lavoro, dove la sua poetica fa i conti con l’universo femminile dell’Oriente.

Lindsay Kemp