Gianluca De Col Scrittura | Teatro | Formazione

En travesti n. 6 I ruoli femminili nel Kathakali

Il fascino del mutaforme

Il Kathakali

Il kathakali è una forma di teatro-danza indiana, che dal XVI secolo mantiene la sua forma originaria. È una combinazione di canto, recitazione, mimo, danza, musica e porta in scena i grandi cicli epici indiani (Mahābhārata, Rāmāyaṇa, Purāṇa). Il testo cantato viene narrato dall’attore attraverso un vero alfabeto gestuale delle mani (Mudrā) e la mimica facciale. Nel kathakali è attribuita grande importanza al trucco e ai costumi, molto complessi e connotati da un profondo significato simbolico.

Per apprendere il kathakali è possibile seguire gli studi presso una scuola pubblica o privata, oppure affidarsi alla pratica chiamata gurukkula: l’apprendimento diretto maestro-allievo. Tradizionalmente il kathakali è interpretato soltanto da uomini, anche se in tempi recenti molte ragazze hanno cominciato a studiarlo, ma non sono ammesse nelle accademie.

I personaggi

Durante gli studi l’allievo impara ad eseguire tutti i personaggi, per essere poi guidato nell’apprendimento/approfondimento di un ruolo preciso (ruoli femminili, eroici, buffi, furiosi, ecc.). “I personaggi del Kathakaḷi si possono racchiudere in tre categorie principali che rappresentano i tre mondi: l’universo celeste degli dèi, il regno di mezzo degli uomini e il mondo malvagio dei demoni.” (Lucrezia Maniscotti, Il Kathakali – Poesia Visbile, Asia Teatro, rivista di studi online l Kathakaḷi.)

Il trucco

L’eroe è caratterizzato dal volto verde. L’arrogante di nobile origine è caratterizzato dalla barba, se la barba è rossa o nera indica un personaggio malvagio, vile e spesso ridicolo. La barba bianca indica una divinità. Il nero è il colore delle demonesse grottesche legate alla foresta, spesso per sedurre gli uomini si trasformano nel personaggio della donna “classica, il personaggio meno agghindato e con un trucco più semplice rispetto agli altri personaggi, con un volto tendente al giallo.

Vicino al palcoscenico c’è una sala deputata al trucco e alla vestizione (greenroom), i truccatori preparano le miscele derivanti da materie vegetali e truccano gli attori che stanno seduti o sdraiati. I costumi sono appesi alle pareti, mentre a terra sono posati con scrupoloso ordine oggetti di scena e gioielli. La laboriosa fase del trucco, che modifica talmente tanto i connotati da sembrare una maschera) permette la trasformazione dell’attore nel personaggio.

Durante questa fase laboriosa si assiste all’importante momento della trasformazione dell’attore nel personaggio, attraverso un trucco che cambia completamente i connotati tanto da sembrare una maschera, e un costume stilizzato e allo stesso tempo enorme (il peso complessivo può raggiungere i trenta Kilogrammi) che, grazie anche a ornamenti come corone, bracciali, collane, unghie finte, concorre a creare l’immagine di esseri semidivini, soprannaturali.

Prima di entrare in scena l’attore si inserisce un seme negli occhi che li fa diventare rossi, “Anche questo espediente concorre a creare quell’immagine soprannaturale e fantastica dei personaggi del Kathakaḷi, un teatro dove dèi e demoni s’incarnano e danzano per raccontare storie epiche e mitiche” (Lucrezia Maniscotti, Il Kathakali – Poesia Visbile, Asia Teatro, rivista di studi online.)

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