Gianluca De Col Scrittura | Teatro | Formazione

La posta di Cassandra n. 2 Sciorinatori di curriculum

Cara Cassandra:

A te, che sempre puoi veder le cose dall’alto, vorrei porre un quesito, su cui spesso mi ritrovo a dover far dei conti: come sfuggire agli “sciorinatori di curriculum”? Per meglio dire: quelli che ad ogni incontro, ancora prima di porgerti un saluto, sbandierano progetti in corso e collaborazioni eccelse, ho conosciuto Tizio e mi ha chiamato Caio, e sono intervenuto Qui e Lì, spargendo ovunque il loro Sacro Verbo? A te domando: questa è la moda? Ma non volendo vestire questi panni, come trattare (con eleganza!) l’ennesimo importuno?
Ringrazio e attendo il tuo responso.
Iskra54

Cara Iskra54

Fino a qualche anno fa il lavoro ci dava un ruolo sociale. Oggi, nel supermercato del temporaneo, una persona – spesso – non sa più che cosa sta facendo.

Al giorno d’oggi, forse, uno “sciorinatore di cv” ammorba l’interlocutore con quello che ha fatto e farà, non quanto per informare gli altri di quale sia la sua attività, ma quanto per convincere sé stesso che qualcosa sta facendo.

Un aneddoto personale: poco tempo fa un amante di passaggio mi disse: “mi interessa molto quello che fai.”
Non quello che sei. Quello che fai.
Visto che gli interessava quello che facevo, gli ho inviato un preventivo. Ed è sparito.

Cara amica, io liquiderei gli sciorinatori di curriculum citando qualche verso di Wislawa Szymborska che ha scritto un’illuminante poesia intitolata: “Scrivere il curriculum”:

Che cos’è necessario?
E’ necessario scrivere una domanda,
e alla domanda allegare il curriculum.
A prescindere da quanto si è vissuto
il curriculum dovrebbe essere breve.
E’ d’obbligo concisione e selezione dei fatti.
Cambiare paesaggi in indirizzi
e malcerti ricordi in date fisse.

Di tutti gli amori basta quello coniugale,
e dei bambini solo quelli nati.
Conta di più chi ti conosce di chi conosci tu.
I viaggi solo se all’estero.

Scrivi come se non parlassi mai con te stesso
e ti evitassi.
Sorvola su cani, gatti e uccelli,
cianfrusaglie del passato, amici e sogni.
Meglio
il prezzo che il valore
e il titolo che il contenuto.
Meglio il numero di scarpa, che non dove va
colui per cui ti scambiano.
Aggiungi una foto con l’orecchio in vista.
E’ la sua forma che conta, non ciò che sente.
Cosa si sente?
Il fragore delle macchine che tritano la carta.

Ecco, io cercherei di deviare la sciorinatura citando la poetessa, e nel caso non cogliessero il poetico invito a deviare il discorso e lo sciorinatore proseguisse imperterrito, ecco, io lo liquiderei così, con questi due versi:
“Il curriculum dovrebbe essere breve.
E’ d’obbligo concisione e selezione dei fatti.”


Sperando di avere almeno in parte risposto al tuo quesito, ti mando un affettuoso abbraccio, e (privatamente) il mio cv. 🙂 🙂 🙂 lol

Cassandra Casbah

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