Carissima,
mi trovo un pochino confuso e abbisognerei della tua lucidità. Penso che in fin dei conti il mio problema sia di troppo amare: mi basta spendere una notte con un amante che già lo vorrei portare all’altare. Salvo poi pentirmene e cercarne un altro con cui ripetere la stessa scenetta. Questo mi provoca molto turbamento, non riesco a staccarmi a cuor leggero. Aiutami!
Tuo sempre ammiratore Patrick

Caro sempre mio ammiratore Patrick,
Eh… la regola è sempre una: “in amor vince chi fugge“. L’amante che tu – dopo la notte d’amore – ti vuoi portare all’altare, come sente che gli stai per mettere l’anello al dito, si dilegua. Per lui “anello al dito” significa “cappio al collo”. Non puoi dare tutto e subito! MAI! Intanto perché sei precipitoso, e poi perché una tale ondata d’amore eterno spaventa qualunque essere mortale. Certo, la bomba d’amore può essere una bella prova di selezione… Quello giusto, forse, resta e non scappa.
Quanto siamo illuse, noi, inguaribili romantiche. Crediamo ancora al colpo di fulmine, al principe azzurro, al grande amore, dimenticandoci che ci stiamo smarrendo in un immaginario cinematografico hollywoodiano irreale e zuccheroso. Conosco solo due ragazze a cui è andata bene al primo colpo: Cenerentola e Biancaneve. Fiona s’è beccata quell’orco di Shrek. Insomma, non ti dico di non darlo via – il tuo amore – al primo che capita, ma prima di darglielo – il tuo amore – fallo penare un pochino. “In amor vince chi fugge.” Fuggi, mio caro Patrick, e rifugiati in te, non nel miraggio del grande amore hollywoodiano e fiabesco. E nel tuo castello/rifugio/interiore – oh cielo! Sto citando Santa Teresa D’Avila! Ciao Santa Teresa! – prenditi il tempo di decidere a chi dedicare il tuo amore, senza fretta, senza l’ansia di rimanere zitella.
Sperando di avere illuminato i tuoi pensieri confusi, ti auguro ogni bene. E ti consiglio di leggere “Il castello interiore” di Teresa D’Avila.
Cassandra Casbah
