Gianluca De Col Scrittura | Teatro | Formazione

Una drammaturgia alla prova della messa in scena

“Fu ferita – assemblea di quartiere”, Teatro19 – Brescia

Roberta Moneta e Valeria Battaini in “Fu ferita – assemblea di quartiere”. Foto di Paolo Ferraglio.

A Brescia c’è una statua di Garibaldi che volta le spalle alla periferia. A Brescia c’è una compagnia teatrale tutta al femminile – Teatro19 – che da 10 anni lavora nel quartiere periferico di Via Milano. Negli ultimi 4 anni Teatro19 ha operato all’interno del progetto di rigenerazione urbana del Comune di Brescia, approfondendo il legame con il territorio.

Negli anni Teatro19 raccoglie storie di gioie e dolori, ferite e cicatrici. Il lungo lavoro sul territorio modifica lo sguardo ed il processo creativo della compagnia. A conclusione del lungo lavoro Teatro19 realizza una drammaturgia collettiva, che possa restituire una pluralità di voci e sguardi. Una domanda muove la compagnia: “la periferia è una ferita o una cicatrice?”. Dalla domanda nasce “Fu ferita – assemblea di quartiere”, che rivolge la domanda al pubblico senza offrire risposte.

I personaggi sono otto abitanti del quartiere, otto donne di diversa estrazione sociale. La storia è quella di un quartiere di periferia dove si insinua un piano controverso: al posto del parco sorgerà un’avveniristica struttura sede di un centro culturale all’avanguardia, il CoOL, Center of Open Languages.

Angela, una combattiva assistente sociale con il mito di Garibaldi, guida un comitato per la difesa del parco, con l’ambizione di creare una manifestazione di 1000 partecipanti, mille “garibaldini” pronti a scendere in piazza. Viene convocata un’assemblea pubblica. Il fuoco rivoluzionario si espande. L’obiettivo comune infiamma il senso civico.

Ecco il copione. Che alla prova della messa in scena viene ri-lavorato. Vengono effettuati tagli. Aggiunte sfumature. Alcuni passaggi che nella scrittura funzionano, nella messa in scena risultano deboli. Manca qualcosa. La psicologia dei personaggi non porta soluzioni. Certo, ci dimentichiamo che sono stati inseriti passaggi non realistici – quasi surreali – nella drammaturgia. Forse la soluzione è nel non-realistico.

La voce di Garibaldi. Come un’apparizione della Madonna. Garibaldi, anticlericale, non sarebbe felice di questa metafora. Usiamo dunque un vocabolario teatrale: la voce di Garibaldi diventa il “deus ex machina” che ci porta dritti al finale. Come nella tragedia greca l’apparizione della divinità risolve una situazione irrisolvibile, qui sono le parole dell’eroe dei due mondi a dare la svolta decisiva. Il conflitto trova la sua risoluzione. La domanda – “La periferia è una ferita o una cicatrice?” rimane sempre aperta.

Francesca Mainetti, Valeria Battaini e Roberta Moneta in “Fu ferita – assemblea di quartiere”. Foto di Paolo Ferraglio.

Edoardo Martinelli, studioso di antropologia e spettatore dello spettacolo così scrive del lavoro:

“Fu ferita”, esperimento di antropoteatro.

Il Teatro19 persegue ormai da anni un suo tipo di teatro popolare, sociale, fortemente intriso di umanità. Quest’ultimo testo, “Fu ferita”, rappresenta il culmine di un lavoro, di un corpo a corpo con la materia stessa dei loro spettacoli. “Fu ferita” è il risultato di una “ricerca sul campo” condotta a pieno titolo con il metodo dell’antropologia, immergendosi in una “osservazione partecipante”, intervistando, registrando, rielaborando, storicizzando fatti, personaggi, modi di dire, piccoli riti popolari, di quartiere, marginali, localissime abitudini trasversali alle generazioni e alla piccola umanità di un quartiere di periferia. Quasi una sottocultura o un folklore localissimo.

Teatro19 è un teatro di donne, e donne sono le protagoniste e i personaggi di questo spettacolo. Le donne nelle loro declinazioni antropologiche: la grande mamma che tutto dispone e che tutto controlla (o cerca di controllare), la profetessa-strega-speziale, la prostituta generosa, la servastraniera che sa e dice tutto, la sterile, la ragazzina piena di contraddizioni, la signora “moglie di qualcuno”. Il rapporto tra le donne e un piccolo praticello, un parchetto di quartiere, ristabilisce il legame primario tra donne e (qualsiasi) terra. La terra, fonte di vita, ma anche luogo di sofferenza e di relazione. Un parco si trasforma pertanto in un essere vivente composto da tante vite piccole, relazioni deboli, esistenze marginali che un inquietante progresso che parla un’altra lingua vuole soggiogare e annientare in nome di vantaggi economici. Rivivono, nel piccolo, nel minimale contesto di questa vicenda, le religioni ctonie con i loro riti di fertilità, di guarigione, di guerra (perché c’è pure una guerra guerreggiata fra donne).

I personaggi sono tratteggiati dalle tre attrici-registe-autrici (con il supporto di un gruppo di ricerca teatrale) con schizzi azzeccati che colgono nel segno, senza finire nel caricaturale o nel grottesco, ma creando una situazione comica in cui il pubblico si riconosce, si rivede e prende coscienza che lo spettacolo è in effetti uno specchio (non troppo) deformante della realtà in cui vive ogni giorno.

Benché concepito e prodotto in un ben determinato quartiere di Brescia, il testo finisce col rappresentare realtà più universali: il gruppo di donne, i comitati di lotta, i rapporti di forza, le difficoltà di organizzazione di ogni attività, le patetiche iniziative di autofinanziamento, le tensioni interne ai gruppi, la gestione degli eventi.

Uno spettacolo decisamente riuscito. Teatro19 si iscrive nella stirpe delle compagnie dell’arte, non fosse altro che per il fatto di essere una compagnia professionale femminile, e le Compagnie dell’arte sono state le prime realtà imprenditoriali femminili d’Europa nel XVI e XVII secolo, provocando una rivoluzione che ancora (evidentemente) non si è fermata.

Di seguito alcuni estratti dalla recensione del 22 settembre 2021 Bresciaoggi.

“Fu ferita”, saper raccontare le storie e le loro cicatrici.

Parlare di unità e lotta suona antico. Ancor più se nominiamo Garibaldi! Ma è a lui e a tutti quei «no» e ai pugni alzati che dobbiamo se siamo qui oggi. Eppure quasi nessuno guarda indietro e ringrazia. Tranne Angela, la protagonista del nuovo spettacolo di Teatro19. […] Le bravissime Valeria Battaini, Roberta Moneta e Francesca Mainetti hanno letteralmente infuocato il pubblico al Teatro Arcobaleno di via Manara. […] “Ognuno di noi ha le cicatrici. Ma il sangue continua a scorrere nelle vene, per ricordarci che siamo vivi. Siamo le piastrine che marginano le ferite.” La profondità di una drammaturgia a più mani di chi via Milano l’ha sentita davvero. (Lara Minelli.)

La scelta di procedere attraverso una scrittura a più mani si è rivelata coerente con il percorso di Teatro19, che – custode di voci e storie – le ha restituite mantenendo il concetto di pluralità anche nel processo di lavoro, in cui la drammaturgia collettiva risulta la “naturale” evoluzione.

Fu ferita – assemblea di quartiere”
Drammaturgia collettiva: Ilaria Antonino, Valeria Battaini, Benedetta Casanova, Gianluca De Col, Mara Fritz, Roberta Moneta.
Coordinamento drammaturgico: Gianluca De Col
Regia: Valeria Battaini
Con: Valeria Battaini, Francesca Mainetti, Roberta Moneta
“Fu ferita – assemblea di quartiere” è andato in scena a Brescia il 18 e 20 settembre 2021.