“Il teatro è la poesia che si alza in piedi e cammina”
Garcia Lorca
Intenzione e non intonazione. Espressione e non rappresentazione. In molte lingue il verbo “recitare” e “giocare” coincidono. Sento una grande urgenza di giocare.
Pratico un artigianato teatrale che trova i suoi fondamenti nel “Manifesto per un teatro nudo”, testo composto nel 2002 all’interno del laboratorio “I teorici del Novecento” condotto da Renata M. Molinari (Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi, Milano, 2002).
MANIFESTO PER UN TEATRO NUDO
Il teatro non è un’emittente culturale per la diffusione orale delle letterature, ma un luogo dove il corpo mette a morte la parola. Valére Novarina
Per noi è importante recuperare il senso, il valore, il dovere dell’utopia, che è il contrario esatto della rassegnazione.
Per un’utopia possibile: in nulla ci avventureremo a dispetto del buon senso e del buon gusto.
Prologo:
È in prossimità di tutti gli errori che si trova l’efficacia. ORRORE POTERE TRADIMENTO Apprendere mediante il terrore, il compianto non aiuta: l’eroe cristiano non esiste. ORRORE PAESAGGIO DEVASTATO È tempo di convivere con le macerie e l’orrore, per trovare un senso, Tragico è pietà e orrore insieme. Per comunicare tra le macerie. BRECHT crea un sistema basato sulla ragione, ARTAUD sulla crudeltà.
ANARCHIA ANTICAPITALISMO PACIFISMO NON VIOLENTO La politica da sola è cieca Il mistero, che è muto, da solo diventa sordo. Il passato e il futuro non esistono nell’eterno presente del consumo. Questo è uno degli orrori.
O degli errori?
Non c’è memoria senza luogo. Il corpo è il luogo primario dell’identità. Voglio che lì cambino le mie percezioni. Il corpo non ha memoria, il corpo è memoria. Non c’è memoria senza luogo. La memoria non ha emozioni, ha immagini.
La memoria è un processo per dimenticare?
Manifesto:
Un corpo troppo vestito. Un corpo nudo, spogliato in un atto d’amore e d’odio. Un teatro violento, con eleganza, elegante, con discrezione, ma non assolutamente discreto.
Per un teatro biodegradabile: Che si decomponga, quando diventa inutile, che viva nel momento in cui è necessario, un teatro naturale, che abbia il ritmo delle stagioni.
La natura può essere terribile e devastante.
Per un teatro che affondi le proprie radici nel mito sia che attinga, perpetui, tradisca. Un teatro adultero: che ami profondamente e tradisca poiché profondamente ama.
Per un teatro che produca forme ad alta condensazione di significati, rese con il minimo dei segni. Riduzione all’essenziale, rinuncia ad ogni segno di ostentazione.
L’attore sensibile: l’attore non è un animale; il corpo dell’attore non è un telegrafo abilitato a trasmettere. Salvaguardia della diversità biologica come indispensabile alla sopravvivenza. L’unica tecnica di cui l’attore ha bisogno è quella che gli permette di eliminare le proprie resistenze.
Programma di lavoro e materia del nostro lavoro non erano ancora le realizzazioni perfette di un’arte in cui dovevamo ancora fare tutte le esperienze. Volevamo formare con le nostre mani lo “strumento” per arrivare a tali realizzazioni. Sapevamo che a tale risultato saremmo arrivati solo col tempo. Pensavamo con nobiltà, ma non ancora con chiarezza. Su una cosa contavamo: “resistere”. Copeau
Questo testo è composto in gran parte da citazioni (il prologo completamente). Scrive Bertolt Brecht: “copiare non equivale al “minimo sforzo”, non è una vergogna: è un’arte.” Ho esercitato con scrupolo quest’arte. Questo manifesto ha preso vita all’interno del Laboratorio “I Teorici del Novecento” condotto da Renata Molinari. Vuole essere una traccia delle vie percorse. Gianluca De Col
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